CURIOSITA'

Dipinto antico, un incalzante quesito: originale o falso?

QUAL’E’ IL METODO PER RICONOSCERE SE UN DIPINTO E’ ORIGINALE O UN FALSO? In questo articolo vedremo di scoprire ed analizzare in modo semplice come avviene un’indagine su di un dipinto, volta a scoprire o smascherare …il vero creatore dell’opera.

Quante volte ci è già capitato di ascoltare per televisione del ritrovamento di un’antico dipinto (o comunque non troppo recente), da parte di privati? Oppure, di improvvise e accattivanti osservazioni e/o dubbi sollevati su di un’opera fino a poco tempo prima considerata originale, ma che probabilmente …potrebbe non esserlo più?

Ebbene, non sempre è facile stabilire se un dipinto è originale oppure se si tratti di un “falso d’autore”.

Chi falsifica un dipinto cerca di riprodurre alla perfezione sia il soggetto dell’opera, che il metodo di applicazione del colore e la firma dell’autore. In questo caso, la firma non rappresenterebbe la mano dell’artista originale. E di conseguenza, non renderebbe autentica l’opera. Perciò non sarebbe più d’aiuto agli storici d’arte, ai periti e ai restauratori, poiché un falso.

È un’operazione molto complessa, aggravata molto spesso dalla mancanza di un certificato di autenticità o di una menzione dettagliata in inventari o cataloghi dell’opera d’arte. Ecco perché l’analisi del dipinto passa attraverso varie fasi, tra cui un primo controllo a occhio nudo dal punto di vista storico-artistico da parte di alcuni storici d’arte.

Grazie alle loro conoscenze storico-biografiche dell’autore (ipotizzato) e alla loro esperienza sul riconoscere il suo stile e la sua mano, infatti, è possibile ottenere  una prima indicazione sull’autenticità dell’opera in esame.

Poi, per poter analizzare più in profondità l’oggetto ed avere così più prove sicure per l’indagine, si passa all’utilizzo di alcuni strumenti tecnologici fondamentali. Vi lascio un’immagine numerata che vi mostrerà le varie tecniche moderne d’indagine sfruttate in questo ambito:

Ritratto di Anna Selbtritt, dipinto olio su tela, 1750 ca.

Grazie agli strumenti a raggi X è possibile scovare la presenza di disegni preparatori o di altri elementi dipinti sotto la superficie di colore. La presenza di questi ultimi farebbe così credere a dei ripensamenti e correzioni da parte dell’artista.

Importante è anche la misurazione della radioattività del piombo nelle pitture a olio. Essa, infatti, ci da preziosi indizi sulla datazione del dipinto chiamati “anacronismi”. Veri dettagli incompatibili con la presunta età del dipinto. Tipico è infatti l’utilizzo di vernici nuove, inventate quindi dopo la presunta data. Insomma …un vero rivelatore!

In un epoca in cui la tecnologia è in continuo sviluppo, non possiamo dimenticarci dei software e del loro ruolo cruciale. Essi infatti sono in grado di analizzare:

  • Con quale regolarità statica sono disposti i fili della tela. È infatti importante notare che le irregolarità (presenti in ogni parte della tela) sono tipiche delle tele antiche, per via della lavorazione a mano o al telaio.
  • Il tipo di pennellata. Ciò permette di riconoscere la forma del pennello, e poi la lunghezza e la larghezza del tratto.
  • Schemi o modelli. Lo scopo, in seguito, è quello di confrontarli con quelli di altre opere certe dell’autore.

Essendo io stessa Tecnico Restauratore, è per me un piacere descrivervi in modo semplice e coinciso in cosa consistono questi meravigliosi metodi d’indagine. Ad ogni numerino presente nell’immagine soprastante corrisponde ciascuna delle tecniche che vi elencherò di seguito. Buona lettura!

NUMERO 1 e 2: ANALISI SPETTROSCOPICA A INFRAROSSI DEI MATERIALI

Si tratta di uno strumento che è in grado di evidenziare l’alterazione delle molecole di un materiale. Vengono analizzati  tavola, telaio e cornice per stabilire il tipo di legno e l’età (margine di errore di 10/20 anni) oppure pigmenti o colle. Viene perciò prelevato un campione dalla superficie di pochi milligrammi capace di rilevare la presenza degli anacronismi.

NUMERO 3 e 4: ANALISI MICROSCOPICA DELLA SUPERFICIE PITTORICA

A sinistra: la profondità della “craquelure” nel dipinto. A destra: analisi dei pigmenti.

In questo modo è possibile studiare i segni dell’invecchiamento. Oggetto di studio è la “croquelure”, ovvero il reticolo di crepe o fessurazioni, un fenomeno che può essere riconosciuto come naturale, artificiale, profondo o superficiale.

Inoltre permette anche lo studio dei pigmenti, e quindi capire se sono artigianali o industriali, più la loro purezza, cristallinità e le dimensioni, insieme a eventuali cadute del colore stesso, indurimenti o restauri passati.

NUMERO 5: ANALISI FISICA DELLO STRATO PITTORICO E SOTTO LUCE RADENTE

Analisi con il duroflessimetro su un dipinto a olio.

L’essiccamento della pittura (che col tempo tende a deformarsi) viene analizzato con uno strumento chiamato duroflessimetro. Poi, se si osserva lo strato pittorico con luce radente è possibile mettere in evidenza le asperità della superficie. E quindi (come detto in precedenza) possibili ridi-pinture o restauri passati.

NUMERO 6: ANALISI CON LUCE DI WOOD

A sinistra: restauri in evidenza. A destra: la stuccatura.

Che tipo di strumento è? Si tratta di una lampada che emette luce con radiazione ultravioletta, ed è in grado di far riconoscere alcuni materiali come il pigmento bianco di zinco. Se illuminati, generano fluorescenza segnalando vernici, stucchi o colle usate per ridi-pinture, ritocchi o restauri. L’identificazione dei materiali aiuta in modo significativo a datare il dipinto e trovare anacronismi.

NUMERO 7-8-9: RIFLETTOGRAFIA INFRAROSSA

A sinistra: studio della “craquelure”. A destra: quadrettatura sottostante, utilizzata per copiare fedelmente un’opera.

E infine, arriviamo ad un metodo di indagine ottica grazie alla quale è possibile studiare in profondità il dipinto, potendo così osservare eventuali disegni preparatori (numero 7), correzioni, quadrettature (numero 8), ritocchi o contraffazioni (numero 9).

Grazie alla tecnologia moderna del mondo d’oggi, l’uomo ha finalmente la possibilità di ripercorrere la storia grazie ad indagini accurate. Quindi, che qualsiasi opera d’arte è il riflesso non solo dell’artista originale vero e proprio, ma anche (purtroppo e fortunatamente) del suo possibile falsificatore.

Perché …per quanto un truffatore possa essere tanto abile, non avrà mai la stessa mano o la stessa identica, sensibilità di un maestro. Ecco perché ogni opera d’arte (dipinto, scultura, ecc…) è protetta o è di un valore enorme. In sé custodisce la mano e la mente di chi l’ha creata. Unica e irripetibile…

Siamo giunti alla conclusione di questo articolo. Chissà cosa si nasconde dietro un vostro vecchio e dimenticato dipinto …Spero che l’articolo vi sia piaciuto, fatemelo sapere sulla mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/affascinARTEofficial/ 

Grazie per la vostra presenza, alla prossima!

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autrice: Chiara Albanesi.