STORIA DELLO STILE DEL GIOIELLO

La Preistoria: alla scoperta dei primi ornamenti

PRIMA DI INIZIARE …

Scusate per la lunga attesa, carissimi …

Rieccomi finalmente qui con voi, dopo un lungo periodo di assenza dettato da diversi cambiamenti che purtroppo mi hanno costretta ad interrompere temporaneamente il lavoro qui. Una delle novità che desidero farvi sapere fin da subito è l’acquisizione da parte mia di una nuova professione: da quest’anno infatti, dopo aver terminato gli studi presso una scuola di orafi a Torino, sono diventata (anche) ufficialmente Tecnico Designer dei gioielli e accessori moda preziosi. Mica male eh?

Ora vi chiederete …perché dal restauro dei mobili ha scelto un campo del genere, completamente diverso? …Semplice: per soddisfare la mia passione per l’arte e soprattutto la voglia di approfondire un altro campo affascinante dal punto di vista storico-artistico. Ecco perché tra le voci del menu troverete anche “storia del gioiello”, “storia del costume” e “design orafo”; saranno campi in più che approfondirò un passo per volta insieme agli altri già presenti. Avendo perciò acquisito la preparazione e un po di esperienza (maturata grazie anche agli stage) potrò raccontarvi tante meraviglie, con semplicità e sicurezza (nei miei limiti di conoscenza).

Ed è proprio per questo che oggi cominceremo a scoprire la storia del gioiello partendo dalla Preistoria, quando il gioiello era ancora più un ornamento che un gioiello vero e proprio. È necessario, secondo me, partire proprio dagli albori per poter comprendere appieno l’evoluzione dall’ornamento al gioiello vero e proprio che vediamo noi oggi. La denominazione che utilizziamo noi oggi di “gioiello” sarebbe infatti più corretta utilizzarla con l’avvento del metallo prezioso e delle popolazioni post-preistoriche. Perché? Beh …lo scopriremo insieme. Buon viaggio nel tempo, e buona lettura!

L’ORIGINE DEL GIOIELLO: L’ORNAMENTO

Il gioiello ha da sempre rappresentato in qualche modo il “riflesso” di tutto ciò che è accaduto attorno all’essere umano. Capace di racchiudere in una o più forme un sentimento, un emozione o una protezione, nei secoli ha assunto funzioni pressoché di ogni tipo, passando dall’essere un vero e proprio talismano, all’espressione concreta del potere e del lusso fino a riflettere in sé qualcosa di più astratto e profondo.

Quando ancora il fuoco era un elemento sconosciuto agli occhi dell’uomo (e con esso anche la lavorazione dei metalli), i primi ornamenti che realizzava erano costituiti prevalentemente da materiali semplici e poveri. Vale a dire:

  • semi
  • bacche
  • conchiglie
  • ossa o denti di animali
Esempio di ornamenti con grani di conchiglie e resti di denti e ossa animali forati
Conchiglie forate, probabilmente per collane

La prima “pietra preziosa”, per così dire, scelta ed utilizzata dall’uomo per gli ornamenti è in assoluto l’ambra (un essudato vegetale, ovvero una resina).

Con l’arrivo dell‘età del ferro, l’uomo preistorico cominciò a sfruttare il fuoco con solo come elemento per riscaldarsi o per tenere lontani gli animali feroci, ma anche per lavorare il metallo. tra questi, ricordiamo:

  • il ferro
  • il rame
  • il bronzo
  • l’argento e l’oro

Quest’ultimo, l’oro, veniva prelevato nei terreni alluvionali, e in diversi paesi quali Egitto, Nubia, Arabia, Anatolia, Balcani, Spagna e Irlanda.

Seppur ancora piuttosto grezze, nacquero così tecniche di lavorazione dell’oro (e di altri metalli) per realizzare i primi ornamenti preziosi, dei quali abbiamo testimonianze ancora oggi in molti musei nel mondo. Il metallo veniva lavorato a sbalzo, filigrana e granulazione (tecniche che approfondirò meglio in un prossimo articolo).

Ma qual’è la civiltà antica di cui abbiamo testimonianze dei primi ornamenti preistorici? ...I Sumeri (Mesopotamia); in particolare, abbiamo riguardo a questa civiltà un ritrovamento eccezionale: il tesoro funerario della regina Pu-Abi. Era usanza, infatti, ornare il corpo del defunto sovrano con le sue ricchezze in modo che l’accompagnassero nel viaggio dell’aldilà. E questa regina venne letteralmente ricoperta di ornamenti preziosi! Ed, questo caso, sono stati rinvenuti spilloni, collane, cinture, anelli, orecchini e alcune acconciature/parrucche della regina. Grazie a questo ritrovamento si è venuti a conoscenza di altre pietre usate da questa popolazione per produrre gli ornamenti, ovvero:

  • quarzo
  • corniola
  • lapislazzuli
  • agata
  • steatite
  • diaspro

È possibile ammirare alcune di queste pietre anche in alcuni ornamenti ritrovati nelle tombe reali di Ur, in Iraq:

Collana in oro, lapislazzuli e corniola (arancione), Dinastico III, 2600 a.C., tombe reali di Ur (Iraq)
Collana in lapislazzuli e oro, Dinastico III, 2500 a.C., tombe reali di Ur (Iraq)
Altri gioielli in oro sbalzato e filigranato, con pietre dure

Le pietre venivano prima molate, poi levigate e infine forate per diventare grani. Ecco alcune immagini a riguardo al tesoro della regina Pu-Abi:

 

Sepoltura regina Pu-Abi
Gioielli della regina Pu-Abi

Prima di concludere l’articolo, è importante ricordare un ultimo (ma non per importanza) aspetto. La funzione principale di questi ornamenti, in origine, non era quella di esprimere la propria ricchezza (cosa che cominciamo a notare col tesoro descritto qua sopra), ma sopratutto quella di proteggere la persona che lo indossava o come buon auspicio per quanto riguarda, per esempio, la fertilità nella donna (e altro ancora).

Ornamenti semplici … ma che posero le basi per la nascita di veri e propri stili, uno diverso dall’altro ma uniti da influenze passate. Il nuovo prende dal vecchio, e lo reinterpreta in qualcosa di originale. Vi anticipo che già che da questi elementi preistorici un’altra civiltà (e non solo lei) ancora più grande, realizzerà gioielli con qualcosa in comune agli ornamenti preistorici. Ma questo, lo scoprirete solo nel prossimo articolo …

Spero che l’articolo vi sia piaciuto, fatemelo sapere sulla mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/affascinARTEofficial/ 

Per rimanere aggiornati sui nuovi articoli, iscrivetevi alla Newsletter nella Home del sito.

autrice: Chiara Albanesi.

Alla prossima!!