STORIA DELLO STILE DEL MOBILE

Vivere nell’antico Egitto (seconda parte)

LO SGABELLO

Lo sgabello, come il letto, era il mobile più comunemente utilizzato in tutta la storia egizia (non per niente ne possediamo la maggior parte di esemplari conservati sia nei musei che nelle raffigurazioni delle pitture tombali),nonché semplice e funzionale. Compare per la prima volta in alcuni sigilli protodinastici che raffigurano il defunto nell’atto di allungare la mano verso la tavola delle offerte. Ovviamente, nel corso dei periodi assunse diverse tipologie e funzioni, divenendo un elemento:

  1. Simbolico, come manifesto di prestigio e autorità (nelle raffigurazioni del defunto sedutovi sopra)
  2. O pratico, come semplice sgabello usato da un artigiano nel suo lavoro oppure sotto forma di poggiapiedi adottato nelle abitazioni “povere” e in quelle più agiate.

Questi sgabelli venivano realizzati da un unico ceppo di legno, rozzamente lavorato, ed erano muniti di tre o quattro gambe ricavate nel punto di separazione dei rami del tronco.

  • I Dinastia (3000 – 2800 a.C.): assomigliano molto ai letti dal punto di vista dell’altezza e per la tecnica costruttiva: ovviamente la differenza sta nelle sue dimensioni, molto più ridotte.
  • II Dinastia (2800 – 2660 a.C.): le gambe diventano più alte e negli elementi laterali del telaio del sedile compaiono delle appendici in forma di fiori di papiro. Le gambe si suddividono in anteriori e posteriori e sono sempre taurine (a forma di zoccolo di toro), mentre il sedile è spesso ricoperto da un basso cuscino che lo rende più comodo. Compare anche un tipo di sgabello “cubico”, realizzato o in pietra (da un unico blocco) oppure con elementi lignei, probabilmente riservato alla famiglia reale e al suo entourage agli dèi; quando è in legno, ha quattro gambe a forma di parallelepipedo, prive di ornamenti e unite fra loro da un elemento ad arco (forse incurvato a vapore) che rinsaldava e sosteneva gli elementi del telaio del sedile, e un basso schienale munito di un sottile cuscino ricadente all’indietro. Durante tutta l’epoca dell’antico egizio rappresenterà il sedile della divinità.
  • V Dinastia (2480 – 2330 a.C.) le gambe taurine vengono sostituite da quelle leonine.
  • Dalla fine dell’Antico Regno (2180 a.C.) avviene un’ulteriore evoluzione che si compirà durante il Medio Regno: si allarga progressivamente, divenendo prima sgabello a due posti e, in seguito, in grado di ospitare anche quattro o più persone, una specie di “divanetto” con bassa spalliera su entrambi i lati corti. Inoltre in questo periodo, forse per ragioni militari, si sente la necessità di uno sgabello leggero e facilmente trasportabile, ma allo stesso tempo solido e resistente: nasce così lo sgabello “pieghevole”, con il sedile in stoffa o pelle (non più in fibra vegetale).
  • Nuovo Regno: lo sgabello pieghevole si arricchisce sempre più di decorazioni, e le gambe assumono la forma di lunghi colli d’oca provvisti della testa e con tanto di occhi e becco. Diventa molto alto e di forma cubica, contenente numerose stecche di rinforzo fra le gambe, tanto da prendere il nome di “sgabello a inferriata”, modello utilizzato sia dal Faraone che dal popolo.
  • XVIII Dinastia (1552 – 1306 a.C.): compare un nuovo sgabello con gambe cilindriche, spesso decorate (con legni pregiati o addirittura in lamina d’oro), e in realtà sconosciuto fino all’epoca romana.

LE SEDIE

La vera e propria sedia, con alto schienale, deriva dal comune sgabello e si sviluppò principalmente durante la II Dinastia (2800 – 2660 a.C.), nonostante siano stati già scoperti pochi esemplari di questo arredo in alcuni sigilli della I Dinastia (3000 – 2800 a.C.). Questo tipo di mobile assunse un valore più importante rispetto al semplice sgabello (che rimase, tuttavia, l’arredo più popolare per la sua semplicità costruttiva); veniva, infatti, utilizzato poche volte e solamente in occasioni importanti.

  • Durante l’Antico Regno (2660 – 2180 a.C.) la raffigurazione della sedia (come per lo sgabello) non è molto frequente, quindi risulta difficile stabilire il loro uso specifico. In questo periodo, però, la sedia non era molto comoda, vista la sua rigidità e lo schienale ancora perfettamente verticale: ecco perché, per renderla più confortevole, sia lo schienale che la seduta vengono quasi sempre rivestiti da un lungo cuscino o da una coperta ripiegata. Poco tempo dopo, la nascita dello schienale “a cartella” (leggermente inclinato indietro) stabilì il modello canonico di sedia destinato a perdurare nel tempo.
  • Diversamente nel Medio Regno (2040 – 1780 a.C.) e in particolare a partire dalla XII Dinastia (1990 – 1780 a.C.) la raffigurazione della sedia diventa un elemento comune nelle tombe.
  • Dal Nuovo Regno (1552 – 1070 a.C.) in poi, infatti, il nuovo modello diventa onnipresente in qualsiasi arredamento di una certa importanza.

LA POLTRONA 

Compare nella IV Dinastia (2600 – 2480 a.C.), e consiste in una sedia munita di braccioli che, inizialmente, sono sempre molto alti e talvolta “a giorno” ma, per quanto possa sembrare un arredo fondamentale, scomparirà (nelle abitazioni private) con la fine dell’Antico Regno, rimanendo l’arredo ufficiale nei troni dei faraoni. Vi lascio la descrizione di queste due immagini:

  1. Prima immagine: sedia comune in legno con spalliera lievemente incurvata: la seduta è in giunco intrecciato (a lisca di pesce, ma in alcuni casi si trova anche in lino)
  2. Seconda immagine: poltrona in legno con braccioli alti, zampe leonine e decorazioni con steli di loto.

TAVOLINI

Ecco due tipologie principali:

  • Circolare con base d’appoggio cilindrica o tronco-conica: tipologia più antica, si tratta più che altro di una tavola da offerta. 
  • A quattro gambe collegate da traverse a traliccio: questa tipologia era invece utilizzata nei banchetti al posto della nostra comune tavola.
  • Per quanto riguarda la cucina, era piuttosto essenziale e ospitava inoltre contenitori in ceramica destinati a cuocere e conservare i cibi.

CASSE E COFANETTI

Sia le casse che i cofanetti (di diversi modelli: con coperchio piatto – a due spioventi inclinati – a botte – scorrevole o incernierato e dotato delle più singolari chiusure) erano arredi destinati a ospitare diversi oggetti come tele, vesti, vasi di profumo, papiri, parrucche, lenzuola, contenitori per cosmetici.

MATERIALI E TECNICHE DECORATIVE

  • I LEGNI principalmente utilizzati erano quelli di: cedro, sicomoro, ulivo e ebano.
  • I MATERIALI invece per le decorazioni erano: avorio, lamine d’oro e pietre dure.
  • Per tenere insieme gli elementi costituenti il mobile, oltre alle tipologie di incastri come il TENONE E MORTASA e quello a CODA DI RONDINE, si adoperavano anche colle estremamente resistenti (di origine probabilmente animale).

Ed eccoci arrivati alla conclusione di questo articolo, la seconda parte del nostro piccolo viaggio nell’antico Egitto, il cui fascino essenziale non smetterà mai di meravigliarci. Vi lascio con queste immagini relative alle descrizioni degli ultimi arredi trattati, e …ci vediamo nel prossimo articolo! Ciaooo!

  • 11 – vasetti per essenze e profumi in vetro, faience (maiolica) e alabastro.
  • 12 – cucchiai per unguenti con decorazioni umanoidi.

  • 13 e 16 – scopa e spazzole
  • 14 – canestri di giunco
  • 15 – coperchio per canestro
  • 17 – contenitore di corno per liquidi
  • 18 – modello di letto pieghevole da viaggio

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Tutti i diritti sono riservati all’autrice Chiara Albanesi.

P.s: spero che l’articolo vi sia piaciuto, lasciate sempre pure dei commenti se desiderate, e vi ringrazio già in anticipo per la vostra curiosità! Ah, un’ultima cosa …anche se potrebbe non essere argomento del prossimo articolo, ricordo che ogni tanto pubblicherò argomenti basati su piccole curiosità o scoperte recenti storico-artistiche, quindi non mancate! A presto!