CURIOSITA'

Teatro della Scala a Milano: quali curiosità nasconde?

In questo articolo vi racconterò in breve la storia di questo magnifico teatro, e non solo! Vi rivelerò ben 20 curiosità legate a questo edificio, legate a fatti realmente accaduti e che hanno lasciato il segno oppure a fenomeni “paranormali” che hanno suscitato non pochi dubbi. Iniziamo, partendo dalla sua storia …buona lettura!

LA STORIA 

Tutto ebbe inizio nel 1776, quando un indomabile incendio distrusse il Teatro Ducale di Milano. Fu un fatto infelice, che però non scoraggiò del tutto l’animo dei milanesi, i quali (grazie all’appoggio dell‘imperatrice Maria Teresa d’Austria) decisero di ricostruirlo ancora più maestoso ed elegante. Il progetto venne affidato ad un grande architetto neoclassico, Giuseppe Piermarini. Pensate, che persino l’Opera di Vienna venne poi realizzata sul suo esempio. Al termine dei lavori, venne così inaugurato il 3 agosto 1778. Ma le sventure non erano ancora finite …

L’interno del teatro dopo il bombardamento del 1943

Nella notte fra il 15 ed il 16 agosto 1943 (durante la Seconda Guerra Mondiale) il teatro venne bombardato. Inutile dire che la struttura riportò seri danni: crollarono il soffitto, parte delle gallerie e dei palchi, mentre andarono completamente distrutti il palcoscenico e le strutture di servizio. Tuttavia, grazie all’intervento dell’allora assessore alla cultura Achille Magni e con il placet del sindaco di Milano Antonio Greppi, si pensò di ricostruirlo nello stesso posto e con il suo aspetto originale. Fu così che alle ore 21.00 dell’11 maggio 1946 (come si legge nel cartellone) Toscanini inaugurò la nuova sala. Inoltre, ha subito restauri e poi degli ampliamenti tra il 2002 e il 2004.

CURIOSITA’

  • Il direttore d’orchestra Arturo Toscanini non amava particolarmente il timbro della voce della Callas (cosa di cui non fece mai segreto). Preferiva di gran lunga la “voce d’angelo” di Renata Tebaldi. Nonostante tutto, la Callas (che passerà alla storia come la “Divina”) non si arrese e tentò in tutti i modi di ottenere un’audizione con Toscanini, che alla fine disse: “è lei! Ecco Lady Macbeth!” …ovviamente, non era un complimento vero e proprio, infatti: “Ha esattamente la voce “brutta” che Verdi voleva per Lady Macbeth” spiegò in seguito. Simpatico, eh?
  • Bartolomeo Merrelli (amministratore del teatro), dopo il grande successo della Prima di Nabucco (9 marzo 1842) di Giuseppe Verdi, offrì a quest’ultimo un contratto per la stagione successiva, lasciando uno spazio bianco al posto della cifra. “Decidi tu” gli disse. E sapete cosa decise? La stessa somma che era stata data a Vincenzo Bellini per la Norma: 8.000 lire austriache (le svanziche), la moneta più pregiata di allora.
  • Nel 1811 venne vietato l’uso dei cappelli. All’epoca, anche se accessorio alla moda sopratutto per gli uomini, poteva essere piuttosto scomodo in teatro sopratutto per gli spettatori delle ultime file!
  • Soprattutto nei primi anni, mentre l’opera era in scena c’era chi, sui palchi, preferiva dedicarsi al gioco d’azzardo (comprese celebrità come Alessandro Manzoni, che si dice abbia perso la testa per il gioco dei ridotti).
  • Il 17 dicembre 1954 va in scena la Vestale di Spontini, con Maria Callas e Luchino Visconti. Al termine di essa, oltre ai fiori dal gruppo dei loggionisti giunge un mazzo di …ravanelli. Ma la Callas (miope), dopo essersi chinata per raccoglierli e accortasi dell’equivoco, reagì con disinvoltura inchinandosi alla platea. Ciò suscitò un fragoroso applauso.
  • Il lampadario centrale fu disegnato nel 1860 dallo scenografo Alessandro Sanquirico e realizzato a Venezia. Possiede più di 400 lampadine. Per quanto riguarda le dimensioni, può contenere un uomo nella coppa con cui è applicato al soffitto.
Dettaglio del soffitto e del grande lampadario della sala
  • Il Teatro alla Scala fu il primo ad essere dotato di unilluminazione elettrica. L’inaugurazione avvenne la notte di Santo Stefano, in occasione dell’affollatissima Prima della Gioconda di Ponchielli. La Centrale di Santa Radegonda accese 2.450 lampadine elettriche, donando una nuova atmosfera alla rappresentazione. Tutto questo grazie a Giuseppe Colombo, fondatore della società Edison.
  • Il 17 febbraio 1904 andò in scena la prima rappresentazione dell’opera Madame Butterfly di Giacomo Puccini. L’opera fu un fiasco totale. La messa in scena fu accompagnata (secondo il racconto di Giulio Ricordi) da “grugniti, boati, risa, sghignazzate, i soliti gridi solitari fatti apposta per eccitare ancora più gli spettatori“.
  • Il compositore che più di ogni altro è legato alla storia di questo teatro è Giuseppe Verdi. Con il trionfo del Nabucco il suo legame con la Scala aumenta indissolubilmente. Inoltre, con il coroVa, pensiero” generò un forte sentimento patriottico nella Milano del neo Risorgimento italiano.
  • Una delle voci più amate da sempre alla scala fu proprio quella della “divina” Maria Callas. Indimenticabile la Traviata del 1955, composta da Luchino Visconti per lei.
  • La Stagione della Scala si apre il 7 dicembre dal 1951, su iniziativa del maestro Victor de Sabata nel giorno di Sant’Ambrogio (patrono di Milano). Ciò spiega, in parte, il significato simbolico ed extramusicale della serata.
  • Il palchetto apparteneva alle singole famiglie, che potevano addobbarlo a loro piacimento. Infatti, a seconda dello sfarzo si riconosceva lo status sociale del proprietario. Solo la tendina doveva essere rigorosamente uniforme, anche se non è sempre stata rossa; a metà dell’Ottocento, tutti i tendaggi erano azzurri. E spesso, dietro di esse c’era chi si faceva il caffè o altro.
Particolare palchetti
  • Un tempo, le 700 seggiole della platea (destinate a classi “inferiori”) si potevano spostare per liberare l’area, dove si poteva ballare e persino andare a cavallo.
  • Il palchetto numero 13 non si sa bene a chi appartenesse, ma certamente quella gente doveva essere particolarmente curiosa. Esso è infatti interamente ricoperto di specchi, disposti in modo da poter vedere ogni angolo del teatro e “spiare” le mosse di tutti.
Interno Palchetto numero 13
  • Secondo alcune legende, il teatro ospita diversi fantasmi tra cui quello di Maria Malibran (celebre soprano del XIX secolo), morta in giovane età. Oppure, c’è chi sostiene di aver “visto” lo spirito di Maria Callas.
Volti di Maria Callas (destra) e Maria Malibran (sinistra)
  • In uno dei ridotti, al secondo piano, si trovava una vera e propria cucina dove i signori ordinavano alla servitù di preparare gustosi manicaretti. Inoltre sembra che molti nel piano sottostante, secondo le carte dell’epoca, si siano lamentati per i resti del cibo che gli finiva addosso. Poveretti!
Panoramica del ridotto dei palchi
  • Il grande lampadario al centro del teatro non è in cristallo di Boemia: le cupolette sono infatti di plastica (per motivi non solo economici ma anche di sicurezza, per evitare che fosse diventato troppo pesante). Non è quello originale (andato perso dopo i bombardamenti della II Guerra Mondiale). Per pulirlo ci vogliono 20 giorni.
  • Fino al 2000, all’interno dell’edificio c’era un piccolo teatro, chiamato Piccola Scala. Era dotato di 600 posti e destinato all’allestimento di opere da camera moderne e al patrimonio melodrammatico antico. Venne inaugurato il 26 dicembre 1955 e abbattuto nel 1983.
La “Piccola Scala” nel 1978
  • La Callas individuò il punto preciso del palcoscenico da dove far arrivare la voce ovunque. Il famoso “punto Callas”.
  • Si tratta del teatro con il palcoscenico più avanzato del mondo. Con la ristrutturazione (2002 – 2004) il progettista Mario Botta fece aggiungere una torre scenica più grande, mentre l’ingegnere Franco Malgrande realizzò la rivoluzionaria macchina scenica; ha una movimentazione articolata che da 18 metri sotto terra (dove si prepara l’arredo) può portare le scene fino a 4 metri di altezza sopra il livello normale del palco.
Vista globale della sala, con platea, palchi, fossa e palcoscenico

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Tutti i diritti sono riservati all’autrice Chiara Albanesi.