CURIOSITA'

“Ritratto dei coniugi Arnolfini”: cosa nasconde il dipinto?

Salve a tutti!

Oggi mi piacerebbe parlarvi di un celebre dipinto a olio del pittore fiammingo Jan Van Eych, realizzato nel 1434 e conservato nella National Gallery di Londra: “Ritratto dei coniugi Arnolfini”. Si tratta di uno dei capolavori di questo artista, oltre che una delle opere più importanti della pittura fiamminga. Se volessimo conoscere com’era la vita a quell’epoca e, soprattutto, come ci si vestiva e di cosa erano fatti gli abiti, basta osservare questo dipinto; una vera e propria “fotografia” a immortalare uno dei momenti più significativi della vita dei due coniugi: il matrimonio.

Qui vediamo il giovane Giovanni Arnolfini, ricco mercante di stoffe di Lucca, che giura fedeltà alla sua graziosa moglie, Madama Arnolfini. Ma…quello che vorrei approfondire con voi riguarda un argomento molto più interessante e, in certo senso, più pratico: quello che gli Arnolfini indossano nel dipinto. Iniziamo con Madama Arnolfini

Lei indossa un voluminoso vestito verde, che era stato confezionato con una specialità di Bruges, la lana. La lana veniva per lo più importata dall’Inghilterra e poi tessuta sul posto dai famosi tessitori fiamminghi. Nel dipinto questo vestito sembra piuttosto ingombrante, ma solo perché è foderato di pelliccia; se guardiamo più attentamente il vestito, possiamo veder spuntare un bordo di questa pelliccia, ma di quale animale? Niente meno che lo scoiattolo rosso. Di questa bestiolina veniva però utilizzata solo la pelliccia bianca, più morbida rispetto a quella di colore rosso. La cosa più incredibile è che ci devono essere voluti più di 2.000 scoiattoli per foderare il vestito di Madama Arnolfini! Un’enormità. Oggi diremmo che non è una cosa di cui andare molto fieri… Il copricapo (che a vederlo sembra complicato), invece, consiste in una pezza di lino bianco piegata ben cinque volte e poi fissata sulla testa con una serie di forcine. Ora, passiamo a Giovanni Arnolfini

Indossa una pelliccia di martore, importate dalle foreste russe e polacche ad un prezzo esorbitante; dopo il visone, infatti, era la pelliccia più cara sul mercato. E per la tunica ce ne devo essere volute (tenetevi forte) …almeno 100! Che possiamo dire, la moda non aveva prezzo …

Porta anche un mantello di velluto di colore viola scuro, sopra la pelliccia, probabilmente importato dalla città di Lucca dove era nato e in cui venivano fabbricati i migliori velluti. Ma, secondo me, la cosa più interessante e a dir poco singolare è il suo cappello; piuttosto grosso e di forma cilindrica, sembra quasi fin troppo grande anche per lo stesso Arnolfini. In realtà, si tratta di un semplice cappello di paglia tinto di nero, di gran moda nel 1432. Leggero, pratico e curiosamente elegante.

Di certo è incredibile che, ben 30 anni prima della nascita di Leonardo e 50 anni prima della nascita di Michelangelo, gli artisti di Bruges producevano opere raffinate e ricche di dettagli …come questa.

Infine, vorrei parlarvi ancora di un elemento semplice quanto fondamentale presente nel dipinto: lo specchio convesso, posto sulla parete di fondo. Questo arredo ricorre nella pittura fiamminga in vari modi e per varie ragioni. Nei coniugi Arnolfini Jan Van Eych lo usa per infilarci furbescamente un autoritratto della sua persona, oltre che il riflesso dei due sposi visti di spalle.

Ma altri artisti fiamminghi lo usavano in maniera diversa: poteva essere, per esempio, uno strumento di protezione (nelle Fiandre i banchieri li usavano per guardare oltre gli angoli delle strade per assicurarsi che nessuno tendesse loro un agguato). Geniale, no?

Bene, il mio articolo si conclude qui. Spero che vi sia piaciuto. Al prossimo viaggio, ciao!! 

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Tutti i diritti sono riservati all’autrice Chiara Albanesi.

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