STORIA DELL'ARTE

Partenone ad Atene – scheda di lettura dell’opera

Ebbene sì, si tratta del primo articolo inserito nella pagina dedicata alla storia dell’arte. La prima scheda di lettura relativa, in questo caso, ad uno degli edifici più significativi, innovativi e importanti dell’arte dell’antica Grecia classica: il Partenone ad Atene. Non mi resta che augurarvi buona lettura!

Partenone. Veduta dai Propilei.

OGGETTO: Tempio ateniese dedicato ad Atena Parthénos (“vergine“), la dea protettrice di Atene.

DATAZIONE:

  • Il Tempio nel 447 – 438 a.C. da Ictino e Callicrate
  • La decorazione scultorea nel 447 – 432 a.C. da Fidia e aiuti.

COMMITTENTE: il capo della democrazia ateniese Pericle.

PROGETTO: ricostruzione monumentale dell’acropoli, andata distrutta nel 480 a.C.

DOVE SORGE:

  • sulle rovine di un tempio dorico esastilo. La struttura di questo edificio condizionò parecchio il lavoro degli architetti, che tuttavia riuscirono nell’impresa adattando il nuovo tempio a nuove proporzioni.
A sinistra: Partenone, pianta. A destra: Confronto fra la pianta del Partenone e quella del tempio precedente.

STILE: Tempio di ordine dorico e ionico, periptero e octastilo.

MOTIVAZIONE SCELTA TEMPIO DORICO E IONICO:

  • il motivo non è solamente estetico (ossia il desiderio di conferire grandiosità e monumentalità agli spazi interni), ma riflette anche il ruolo politico assunto dall’Atene di Pericle: essa doveva guidare una lega composta per la maggior parte da città delle regioni in cui l’ordine ionico aveva avuto origine.

SIGNIFICATO: dà un’impressione di “freschezza e gioventù” (scritto da Plutarco, I-II secolo d.C.).

DIMENSIONI SITO: alto 14 m.

LUOGHI DI CONSERVAZIONE: British Museum (Londra) – Musèe du Louvre (Francia) – Museo dell’Acropoli.

ANALISI  E DESCRIZIONE STRUTTURA:

  • Il tempio (di impianto dorico) aveva 8 colonne sui lati brevi e 17 sui lati lunghi. Le colonne sono più slanciate (rapporto fra diametro e altezza era 1 : 5,48).
  • Il deambulatorio, invece, è piuttosto stretto per lasciar spazio al nàos, il quale era anfiprostilo ma con un’articolazione interna complessa, perché il tempio doveva ospitare il tesoro della lega delio-attica e necessitava di uno spazio adeguato all’enorme statua di criselefantina di Atena Parthénos (opera di Fidia, alta 12 metri).
Cella del Partenone con la statua colossale di Atena (disegno ricostruttivo).
  • Alla cella (a cui si accedeva dal pronao, suddivisa in tre navate da colonnati a due ordini) venne aggiunto un ambiente raggiungibile solo dall’opistodomo e destinato a conservare il tesoro. Questa sala aveva 4 colonne più slanciate, di ordine ionico, e corrispondeva al vero e proprio Parthénon, ossia la “sala delle vergini”.
  • Oltre alle grandi dimensioni, Ictino e Callicrate impiegarono nel tempio anche altri elementi ionici:
  1. le colonne ioniche nella sala del tesoro, necessarie per sostenere l’alto soffitto (l’ordine ionico, più snello di quello dorico, era più adatto agli interni perché consentiva di raggiungere altezze maggiori).
  2. Una decorazione ricchissima, che superava quella di ogni altro tempio dorico. Il fregio dorico ospitava 92 metope (rispetto alle 12 del Tempio di Zeus ad Olimpia), mentre il fregio ionico era lungo circa 160 metri e i due frontoni erano ornati da almeno 50 statue.
  3. il fregio ionico, anche se collocato in una posizione di scarsa visibilità (collocato a 12 metri di altezza e all’interno della galleria della peristasi, sopra l’architrave del muro che circondava il nàos.
Collocazione della decorazione scultorea (disegno ricostruttivo).

ANALISI  E DESCRIZIONE DECORAZIONI SCULTOREE:

  • Fidia ne fu il soprintendente fino al 438 a.C.
  • I lavori iniziarono con le metope e si conclusero con i frontoni.
  • La lunga durata dell’operazione e il coinvolgimento di decine di scultori portò ad alcune differenze di stile: molte metope sono ancora vicine allo stile severo, mentre le figure dei frontoni annunciano ormai il manierismo del ricco stile della fine del V secolo a.C. Probabilmente, gli allievi di Fidia (come Agoràcrito e Alcamène) furono gli inventori del nuovo stile.

DESCRIZIONE FREGIO DORICO

  • Si trova lungo tutta la peristasi del tempio.
  • Purtroppo è in gran parte perduto (anche se la sequenza delle metope rimane piuttosto chiara).
  • Le metope raffigurano 4 grandi battaglie mitiche, una per lato:
  1. la GIGANTOMACHIA a est;
  2. l’AMAZZONOMACHIA a ovest;
  3. la CENTAUROMACHIA a sud (il lato meglio conservato);
  4. la CONQUISTA DI TROIA a nord.

 

Lapita in lotta con un centauro” Fidia e aiuti, metopa 27 lato sud, 447 – 440 a.C., altezza 172 cm. British Museum, Londra.
  • Queste quattro battaglie simboleggiavano la vittoria dell’ordine e della razionalità sul disordine e sull’irrazionalità. Inoltre erano considerate anticipatrici delle battaglie storiche combattute vittoriosamente dagli ateniesi (la civiltà) contro i persiani (i “barbari”).
  • Le METOPE erano realizzate ad altorilievo e secondo composizioni molto studiate e teatrali. Ad esempio, nella Centauromachia le coppie di centauri e lapiti sembrano quasi bloccate in una sorta di perenne immobilità.
  • Nelle metope conservate si può notare l’intervento di scultori con capacità diverse, infatti non sempre adoperarono una libertà espressiva: alcuni centauri hanno visi “umanizzati”, altri più bestiali.
Dee a colloquio” Fidia e aiuti, metopa 32 lato nord, 447 – 440 a.C., altezza 172 cm. Museo dell’Acropoli, Atene.

DESCRIZIONE FREGIO IONICO:

 

  • Si trovava lungo il muro perimetrale del nàos.
  • Eseguito a bassissimo rilievo (in gran parte conservato), è frutto di una concezione unitaria; l’autore del disegno fu Fidia, che venne poi realizzato da diverse squadre di scultori in pochissimi anni e infine dipinto e completato con inserti in bronzo.
  • La scelta del soggetto è originale, infatti il fregio raffigura la processione delle Panatenee (la più importante festa religiosa ateniese, celebrata ogni anno a luglio) invece di un evento mitologico.
  • Anche l’organizzazione della scena è originale: comincia dall’angolo sudoccidentale del tempio, prosegue in parallelo sui lati meridionale e settentrionale, per concludersi sul lato orientale con le figure sedute dei 12 maggiori dèi greci che assistono alla scena centrale (l’offerta ad Atena del nuovo peplo, tessuto dalle giovani ateniesi – le ergastìnai – in sostituzione di quello dell’anno precedente).
  • La sequenza narrativa ha un andamento in progressione, ossia l’avvio è calmo (con la raffigurazione dei preparativi) per poi animarsi subito, su entrambi i lati, con la grandiosa cavalcata degli efebi (che da un carattere aristocratico alla processione). Seguono la serie delle quadriglie e il corteo a piedi (anziani, musici, inservienti, animali da sacrificare agli dèi ed ergastìnai). La conclusione (con l’assemblea degli dèi e l’offerta del peplo) ritorna solenne e statica.
La cavalcata degli efebi” Fidia e aiuti, dal fregio ionico, 440 a.C. circa. Altezza 105 cm. British Museum, Londra.
  • Inoltre, nella raffigurazione della processione il fregio ospita diversi tipi di luoghi (quindi non c’è unità di luogo).
  • La ricerca di varietà, oltre che per l’andamento ritmico della scena, coinvolge anche le pose e i volti dei partecipanti. Le figure di giovani sono le più numerose, perché incarnano il futuro di Atene (rappresentato dalle loro unioni). Nel lato orientale, le divinità restano isolate dagli uomini.
  • Nel fregio i corpi sono caratterizzati dal naturalismo della muscolatura e dei panneggi, oltre che dai volti idealizzati; prevalgono quasi sempre proporzioni allungate e una resa poco atletica della muscolatura (che rimandano allo stile di Fidia).
Poseidone, Apollo e Artemide” Fidia e aiuti, dal fregio ionico, 440 a.C. circa. Museo dell’Acropoli, Atene.

DESCRIZIONE DEI DUE FRONTONI:

  • Anche nei frontoni troviamo raffigurazioni di due miti legati ad Atene e all’Attica.
  • Il FRONTONE ORIENTALE ospita la nascita della dea Atena, figlia di Zeus.
  • Il FRONTONE OCCIDENTALE, invece, rappresenta la contesa fra Atena e Poseidone per il possesso dell’Attica.
  • In entrambi i frontoni manca una figura centrale, e c’è il passaggio progressivo dai corpi in movimento nel centro alla calma relativa nei lati.
  • I corpi femminili coperti dai panneggi, qui, raggiungono il virtuosismo (che si manifesta nel rendere in modo diverso i vari tipi di vesti: chitoni, mantelli, e pepli.
Estia (o Temi), Dione e Afrodite” Fidia e aiuti, dal frontone orientale, 440 – 432 a.C., altezza 148 cm. British Museum, Londra.

BIOGRAFIA di Ictino:

  • Fu il principale architetto di Atene durante il governo di Pericle (V secolo a.C.). Al suo nome sono legate tre opere fondamentali: il Partenone ad Atene, il Telesterion o sala dei Misteri ad Eleusi e il tempio di Apollo a Bassae (oltre che l’invenzione del capitello corinzio). Molti furono gli storici importanti a parlare dei suoi lavori, come Plutarco e Strabone.

BIOGRAFIA di Callicrate:

  • Nacque intorno al 470 a.C. e morì nel 420 a.C. Non abbiamo molte notizie su di lui.
  • Fu un architetto attivo anch’esso nel V secolo a.C. che collaborò con Ictino nella realizzazione del Partenone ad Atene (forse come direttore del cantiere o appaltatore), e progettò anche il tempietto di Atena Nike (sull’Acropoli di Atene). Secondo un’iscrizione, è identificato come uno dei costruttori del muro di cinta classico dell’Acropoli. Infine, a lui è intitolato il cratere Callicrates, sul pianeta Mercurio.

BIOGRAFIA di Fidia:

  • Coetaneo di Mirone (quindi più anziano di Policleto), fu l’artista più ammirato e celebrato dell’antichità. Persino il filosofo Platone (V – IV secolo a.C.), nonostante con gli artisti non si mostrasse particolarmente tenero, lo giudicò assai meritevole (come gli intellettuali romani, tra cui lo scrittore Cicerone del I secolo a.C., lo considerarono capace di conferire alle sue sculture una bellezza soprannaturale). Fidia seppe superare la tradizione senza contestarla, e senza travolgere le antiche norme.
  • Nacque ad Atene intorno al 500 a.C., e studiò presso la bottega di Egia, bronzista e scultore ateniese attivo tra il 490 e il 460 a.C. Probabilmente ha effettuato un ulteriore apprendistato presso Agelada (maestro anche di Mirone e Policleto). Intorno al 475 a.C., quasi certamente era già un artista completo e nel 470 a.C. dirigeva una bottega propria (in particolare, tra il 470 e il 450 a.C. Fidia fu attivo esclusivamente come bronzista, ottenendo una serie di importanti commissioni pubbliche per offerte votive sull’Acropoli di Atene). Fidia, tra le sue tante opere, si occupò (insieme a Ictino e Callicrate) della realizzazione del Partenone ad Atene, e in particolare della decorazione scultorea.

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Tutti i diritti sono riservati all’autrice Chiara Albanesi.

 

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