STORIA DELLO STILE DEL MOBILE

Vivere nell’antico Egitto (prima parte)

Salve a tutti!

Oggi inizieremo il nostro viaggio nel tempo (e in particolare nella storia dello stile del mobile) partendo da una delle civiltà più importanti, affascinanti e magiche che siano mai esistite: l’antico Egitto. Si tratta di un periodo storico che si estende per circa 4000 anni, dal 3900 a.C. (periodo Predinastico) al 342 a.C. (periodo Tardo) e, pensate un po, comprende dal 3200 a.C. ben TRENTA DINASTIE regnanti riconosciute archeologicamente e storicamente. Insomma, una delle civiltà più longevi della storia umana. Vediamo allora insieme quali tipologie di arredi erano presenti nelle case degli antichi egizi (sia modeste che signorili).

In genere le abitazioni degli antichi egizi ospitavano un arredamento piuttosto semplice, poiché la vita si svolgeva per gran parte della giornata all’aperto. Nelle abitazioni più modeste, infatti, mensole o scaffali venivano ricavate direttamente da nicchie scavate nel muro, mentre le suppellettili (realizzate in giunco, canna o tessuto) venivano molto probabilmente fabbricate dallo stesso padrone di casa; questo spiega il motivo per cui sia così difficile ricostruire una casa “povera”: gli oggetti, di materiali facilmente degradabili, sono andati distrutti, al contrario di quelli in materiali più pregiati delle case più ricche. L’arredo si componeva di elementi essenziali, ripetuti in varie forme e modelli: letti con poggiatesta, sgabelli, sedie, poggiapiedi, tavolini, vasi, casse o cofanetti e scrigni. Ecco a voi la descrizione dei primi due arredi, il letto e il poggiatesta:

IL LETTO

Insieme allo sgabello è uno degli arredi più antichi: la sua presenza è, infatti, testimoniata già nelle sepolture del periodo predinastico (fino al 3000 a.C.)! In genere è costituito da quattro elementi lignei, di forma rettangolare e a volte privo delle gambe di sostegno a cui è assicurata una tessitura in stuoia.

  • Nella I Dinastia (3000 – 2800 a.C.) si assiste ad  uno sviluppo veloce di questo arredo; innanzitutto il defunto non viene più sepolto in posizione fetale, quindi la struttura del letto si allunga e alla tessitura della “rete” viene aggiunta, alle fibre vegetali, anche un intreccio di strisce di cuoio. Gli elementi del telaio ora vengono uniti fra loro con tenoni a mortasa (nel caso non sappiate cosa siano, lo troverete in un prossimo articolo nella pagina “Restauro ligneo …consigli”), mentre le gambe del letto (spesso in legni diversi o addirittura in avorio) assumono la forma di zampa taurina, molto ben rifinita. Inoltre la testa del dormiente appoggia all’altezza delle delle zampe anteriori e i piedi sopra le posteriori, in quanto gli antichi egizi credevano che il defunto venisse trasportato nel suo viaggio verso l’Oltretomba sulla schiena del toro Api ( e la posizione doveva suggerire questo moto).
  • Nella IV Dinastia (2600 – 2480 a.C.) la gamba taurina viene sostituita da quella a zampa leonina (entrambi gli animali, il toro e il leone, simboleggiavano la natura divina del sovrano). In questo periodo diventa la forma canonica per quasi tutto l’arredamento.

Esistevano due tipologie di letto, entrambi quasi sempre inclinati nella direzione testa-piedi, in modo che la testa risultasse sempre più elevata:

  1. “acet” : dotato sempre di quattro gambe (o per meglio dire, zampe) e munito di una tavoletta verticale ai piedi del letto per evitare che, data l’inclinazione, sia il materasso che il dormiente scivolassero a terra …insomma, per evitare un brusco e improvviso risveglio.
  2. “set en khet”: più inclinato del precedente e senza le gambe anteriori. Si tratta di un semplice piano inclinato che veniva appoggiato direttamente a terra mentre il dormiente, seduto al suolo, appoggiava la schiena al materasso che ricopriva il piano inclinato. Come avrete intuito, questa tipologia veniva adoperata per una siesta diurna, non certo per dormirci la notte! Infine, entrambi i letti erano forniti di lenzuola e coperte (in lino).
  3. Letti funerari : particolarmente decorati, la testata era arricchita da protomi di leone o di divinità.

Ecco a voi alcune immagini sul letto con zampe taurine (figura 1) e leonine (figura 2):

IL POGGIATESTA

Posto nella zona del cuscino, veniva disposto fra il capo e le spalle della persona che dormiva, di solito sdraiata su un fianco. Le prime rappresentazioni di questo elemento risalgono alla III Dinastia (2650 – 2613 a.C.) all’interno di liste di offerte o nelle raffigurazioni funerarie, mentre veniva utilizzato già nel periodo predinastico fino al 3100 a.C. (tombe di Tarkhan).

La forma più comune è una specie di “cuscino” a semiluna sorretto da un sostegno (o colonna) che può anche essere doppia, multipla oppure a forma di arto animale (come si può vedere nei numerosi esemplari della collezione del museo di Firenze) e che si erge su un piedistallo ellittico o rettangolare. Per l’uso quotidiano il poggiatesta è in legno e molto spesso rivestito da più giri di stoffa per renderlo più confortevole, mentre per l’uso funerario può essere anche in avorio, alabastro, egiziano o in materiali più economici come calcare, faience (maiolica) e terracotta.

Questo tipo di mobile aveva un significato ben più profondo di quello che sembri: infatti, perché dormire con la testa leggermente sollevata dalla testiera? Per non rovinarsi la capigliatura? …Ovviamente no, ma il motivo è prettamente simbolico: il poggiatesta incarna la protezione divina sul dormiente\defunto dalle forze del male. Ed ecco come un oggetto così semplice acquista un valore quasi magico, diventando una dimostrazione concreta di quanto gli antichi egizi fossero legati alla loro religione e alle loro tradizioni.

Ecco alcune tipologie di poggiatesta:

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Tutti i diritti sono riservati all’autrice Chiara Albanesi.

Bene, a questo punto il viaggio si interrompe qui e riprenderà nel prossimo articolo con altri mobili sempre appartenenti a questo affascinante periodo, e magari qualche altra curiosità, chissà? Detto questo, spero che l’articolo vi sia piaciuto (lasciate pure dei commenti) e … alla prossima! Ciao!!