TECNICHE DECORATIVE

La Filigrana Vercellese: quando la natura si veste d’eleganza

Rieccomi qui con voi, mie cari lettori. Quest’oggi vi parlerò della filigrana, una tecnica decorativa a dir poco affascinante. Il paese natale, secondo alcuni, è l’antica Cina …ma non è proprio così. Infatti, molti dei ritrovamenti archeologici hanno dimostrato che già gli antichi Egizi la conoscevano.

D’altronde, i reperti di questa grande civiltà rappresentano una delle fonti storiche più ricche e complete presenti oggi. E proprio grazie a loro, è stato possibile svelare diversi misteri storico-culturali e artistici.

Oltre a questa antica e gloriosa civiltà, però, altri popoli si appropriarono di questa lavorazione, perfezionandola nel tempo.

Quali sono le civiltà che ebbero un ruolo significativo in questo caso?

Come già detto in precedenza, agli antichi Egizi succedettero altri popoli, capaci di cogliere la bellezza della tecnica della filigrana trasformandola in oggetti preziosi sempre più originali, perfetti ed eleganti.

La popolazione che si distinse maggiormente per le sue raffinatissime lavorazioni artigianali, fu quella dei Fenici. Erano specializzati (tra le varie tecniche) proprio nella filigrana. E l’elevata qualità tecnica dei loro prodotti veniva ammirata e imitata dalle altre civiltà.

Tra quelle ci furono gli Etruschi; una società raffinata, amante delle feste e del teatro. Come avrebbero potuto non notare una tecnica così raffinata come quella della filigrana?

Esempi di filigrana egizia (prima figura in alto a sinistra) e di altri popoli.

Con l’arrivo dell’impero romano, la lavorazione divenne più grossolana e perciò meno raffinata. Fu così che venne per così dire “messa da parte”, preferendo alla filigrana tecniche quali l’opus interrasile* (= tecnica di lavorazione del metallo, traforo), cesello o sbalzo. E’ importante però ricordare che in Oriente, nel frattempo, la filigrana visse un periodo di splendore.

*OPUS INTERRASILE = questa tecnica conosciuta dagli antichi romani diventerà una delle lavorazioni più importanti nell’età bizantina e nell’oreficeria medievale delle isole britanniche.

Esempio di oggetto prezioso realizzato con la tecnica Opus interrasile , ovvero traforo di una lamina d’oro, ornato poi da pietre preziose.

Con l’arrivo del periodo Gotico, la tecnica della filigrana rifiorì. In Italia, per esempio, questa tecnica ricoprì una certa importanza a partire dal XVII secolo: Genova e Venezia divennero i centri con le lavorazioni più raffinate e pregiate.

Ma arriviamo al dunque. E’ proprio dell’Italia che oggi vi parlerò. In particolare, della filigrana vercellese. Un esempio di oreficeria popolare, di stampo italiano, del quale abbiamo una preziosa testimonianza al Museo Leone (grazie ad un investimento voluto da Vittorio Viale). La descrizione sarà schematica, in modo da facilitarvi la lettura e renderla meno pesante. Buona lettura!

Filigrana vercellese in pillole, attraverso l’analisi della collezione del Museo di Leone

A quando risale la collezione?

Gli oggetti preziosi esposti risalgono al XIX secolo e ai primi decenni del XX secolo.

Cosa comprende la collezione?

La maggior parte della collezione ospita:

  • ORNAMENTI PER ACCONCIATURE = gale (a forma di fiocchi), burletti (ovvero copri crocchia), cascate e tremolini, spilloni, reticelle e forcine di ogni tipo;
  • ALTRI ORNAMENTI PER IL CORPO = collane, ciondoli, orecchini, ecc…

Quali erano i motivi più amati e tipici?

I motivi decorativi per gioielli o altri oggetti tipici erano i seguenti:

  • SOGGETTI LEGATI ALLA NATURA E ALLA FERTILITA’;
  • FIORI, SPIGHE DI GRANO E GHIRLANDE.

Come si presentava l’oreficeria popolare?

I gioielli e gli ornamenti di cui stiamo parlando erano destinanti alle donne contadine del Piemonte. Per questo motivo, invece di essere in oro e pietre dure, erano in argento (più economico e malleabile) e muniti di “finte pietre” in pasta vitrea.

La minor preziosità di questi oggetti veniva sopperita da una grande presenza scenica. Infatti, l’effetto visivo che trasmettevano nel momento in cui venivano indossati, era a dir poco spettacolare. Insomma, non si poteva non notarli!

E la lavorazione?

La realizzazione di questi ornamenti e gioielli subì dei cambiamenti nel corso del tempo. Prima venivano lavorati esclusivamente con la tecnica della filigrana. Poi, a partire dall’Ottocento (per motivi economici e produttivi), si eseguiva una rete di fili di argento, tessuta su un vero telaio, che veniva poi tagliata e bordata da un filo maestro. Una lavorazione, questa, più rapida e meno sofisticata. In alcuni casi, si arricchiva il prodotto con una lamina metallica lavorata a rilievo o incisa.

Quale oggetto si può considerare il più particolare?

Sicuramente la raggiera. Si tratta di un ornamento per capelli composto da numerosi spilloni o spadini, e dallo spuntone a doppia capocchia lungo circa 20 cm. Quest’ultimo veniva posto orizzontalmente alla base delle trecce raccolte.

Esempi di ornamenti per acconciature, tra cui la particolarissima e scenografica raggiera (prima e terza foto).
In questo disegno, viene riproposta la struttura della raggiera presente nella foto soprastante.

Altri ornamenti dedicati all’acconciatura potevano essere forcine decorate, burletti, gale e reticelle.

Ultimo ma non meno importante: piccole curiosità

  • La raggiera poteva essere composta da un massimo di 47 spilloni, per un peso totale di 6 kg! Immaginate che mal di testa …
  • Gli spilloni erano sempre dispari per un motivo ben preciso (per chi crede in queste cose): la disparità teneva lontano il malocchio!

Se volete saperne di più sulla storia, vi invito a visitare il Museo della Filigrana del Comune di Campo Ligure.

L’articolo si conclude qui. Spero vi sia piaciuto. Fatemi sapere sulla mia pagina Facebook se avete il desiderio di approfondire qualche argomento.

Grazie per la vostra presenza! Buon fine serata a tutti! Alla prossima!

Fonti (testo e immagini) Museo Leone – Museo della Filigrana – Fondazione Archivio Storico – Bibliografia personale
Testo: scritto da Chiara